TAROCCO FINE DALLA TORRE – Alla scoperta del Tarocco Fine dalla Torre con Nello Rubino da Panormo

Questo bellissimo mazzo, riproduzione di un originale del 17° secolo, presenta una serie di peculiarità che lo rendono unico, ed è un antenato del Tarocco Bolognese, un gioco ancora vivo ai nostri giorni,  il cui mazzo moderno utilizza il modello a due teste, venuto in voga per facilitare la presa in mano delle carte durante il gioco.

Cito dal libretto di accompagnamento del mazzo: «Il Museo Internazionale dei Tarocchi voleva pubblicare un mazzo italiano, antico, ancora inedito in epoca moderna, non troppo distante dal modello che diede origine alle figure settecentesche dei cosiddetti Tarocchi di Marsiglia, ancora ben note al pubblico degli appassionati, e conseguentemente a gran parte dei mazzi pubblicati nei secoli successivi. La scelta è caduta sul mazzo seicentesco bolognese Carte Fine dalla Torre, del quale fortunatamente è giunto fino a noi un esemplare quasi completo e in discreto stato di conservazione. L’unico esemplare conosciuto è conservato come “Tarot bolonais XVIIe s.” presso la Bibliotheque Nationale a Parigi. Le dimensioni delle carte originali sono 105 x 43 mm. Nella stampa originale i trionfi sono privi di numero , ma sono stati numerati successivamente a mano. In questa nuova versione la misura delle carte è di cm. 7 x 15».

Sul mazzo non sono scritti i nomi degli Arcani o delle Figure, e la numerazione, in numeri arabi, è quindi postuma e scritta a mano sulla carta stessa. I restauratori hanno giustamente conservato questa mutazione spontanea del mazzo.

Contenuti alchemici sono disseminati un po’ dovunque in questa sequenza di arcani, e trovano la loro apoteosi nella lama conclusiva del Mondo, che in questo mazzo è raffigurato come Hermes Trismegistus in persona, il Mercurio dei Filosofi, personaggio che nello stesso mazzo ritroviamo nella carta dell’arcano IX, l’Hermite, L’Eremita, in questo caso alato e volatile come il Mercurio dei Saggi.

 

Sopra a sinistra il Mondo e a destra l’Eremita del mazzo Fine dalla Torre

Il Papa non indossa i consueti guanti ma le sue mani sono forate da stigmate. Forse un Papa Santo. O forse più volgarmente un Papa con le mani bucate, o addirittura, un Papa con le mani sporche di sangue. La storia ci ha consegnato di volta in volta ciascuna di queste figure, il Papa Santo, il Papa profano ed il Papa assassino. Però questo Papa non elargisce benedizioni, in questo mazzo è la Papessa a svolgere questo ruolo. Una Papessa che stranamente non sfoglia libri.

 

Sopra a sinistra la Papessa e a destra il Papa del mazzo Fine dalla Torre

Il Mago è una figura imponente, gigantesca, ed è attorniato da quattro minuscole figure, microscopici omini, se non dei lillipuziani, ed allora lui sarebbe Gulliver, allora più facilmente dei bambini, e stando alla sua fama di poco di buono, sta per caso rubando le caramelle ai bambini? Ma quello alle sue spalle, alla sua sinistra, ha uno sguardo da vero furfantello ed è mosso da una gestualità birbante, sembra quasi voglia rubare qualcosa. Forse è molto innocentemente un bambino più sveglio o furbo degli altri e sta soltanto cercando di carpire i segreti del prestigiatore, o peggio, sta cercando di sfilargli il portafogli in una sorta di gioco sul gioco, nel quale un ladro ruba ad un altro ladro, come sovente accade in certi ambiti di questo profanissimo mondo.

 

Il Mago del mazzo Fine dalla Torre

In luogo del classico arcano XVIII, La Luna, con le due torri, i due cani, il lago ed il granchio, disegno a cui tutti siamo abituati, questa carta presenta invece una coppia, forse marito e moglie, dove lui è senza dubbio un astrologo e dove lei è evidentemente la sua assistente. Lui solleva un compasso con la mano sinistra, e sta misurando la distanza angolare tra le stelle che attorniano l’astro lunare, lei nella mano sinistra tiene una squadra. Squadra e compasso sono chiari simboli massonici ed il mazzo risale al grande periodo delle società segrete, agli albori della rosacroce e successivamente della frammassoneria. Gli indizi iniziatici, alchemici e rosacrociani presenti in questo mazzo, sono talmente evidenti da risultare addirittura ostentati. Esiste un mazzo risalente al diciassettesimo secolo, il Vieville di Parigi, che propone un astrologo all’arcano diciassette, La Stella seguito (credo) dal tarocco fiammingo. Trovare l’astrologo in questa posizione è quindi per quanto ne sappiamo una peculiarità tra le tante di questo mazzo. Non sono uno storico del Tarocco, per quanto la sua storia mi affascini, quindi preferisco non sbilanciarmi oltre.

 

Sopra a destra la Luna del mazzo Fine dalla Torre e a sinistra le Stelle del mazzo Vieville di jean-Claude Flornoy

 

Le peculiarità di questo mazzo non finiscono qui, e vi invito a scoprirle da soli. Il libretto di accompagnamento al mazzo è succinto ma sufficientemente esaustivo nel suo essere necessariamente introduttivo.

Insomma, questo Fine dalla Torre di Bologna è senza dubbio uno splendido mazzo di magnifica fattura, numerato ed autografato da Morena Poltronieri per il Museo Internazionale dei Tarocchi di Bologna. È davvero bellissimo ed è stato realizzato con un’attenzione maniacale per i particolari. Il cartoncino è ben spesso, e la sensazione al tatto è piacevole.

Non credo che farò tante letture con questo mazzo data la sua bellezza che mette quasi timore di tenerlo in mano, di mescolarlo. Un mazzo da grandi occasioni, insomma, come quelle bottiglie di quel vino assai pregiato che si stappano in occasione di speciali ricorrenze e dalle quali si vuole assaporare il più possibile. Da meditazione, potremmo dire. La sua simbologia comunque, per noi tarologi ed indagatori dell’inconosciuto, per noi adoratori dell’I-Dea, è tuttora attiva e vitale e più che mai intrigante dal punto di vista ermetico. Questo mazzo è quindi nuovamente vivo, gode di ottima salute, e continua a parlare la lingua delle sincronicità universali con un accento ostentatamente alchemico, e questo grazie al magnifico lavoro di Morena Poltronieri e a Ernesto Fazioli ed al Museo Internazionale dei Tarocchi di Bologna che gli hanno ridato finalmente voce.

Nello Rubino

 



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